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Mille e uno le notti orientali, infinite le conquiste di don Giovanni, molti e spesso illusori i buoni propositi per l'anno nuovo. E poi le Città invisibili di Calvino, i posti da vedere prima di morire, la spesa, i «Je me souviens» di Perec... Che si concretizzi in una lista, in un catalogo, sotto forma di inventario o per frammenti, il bisogno di elencare sembra intimamente legato al nostro modo di affrontare la realtà, troppo vasta per essere concepita senza l'ausilio di uno schema. Ma cosa mettere, e cosa togliere? E se ad avere più valore fossero proprio quegli elementi che sfuggono al sistema?